Il Papa: portare "la luce gentile della fede" nei social network, non sono mondi paralleli

2013-01-24 Radio Vaticana

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I social media hanno bisogno dell’impegno di tutti i credenti. E’ l’esortazione di Benedetto XVI nel Messaggio per la 47.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali incentrato sul tema “Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione”. Nel documento, pubblicato oggi, il Papa sottolinea dunque che bisogna portare il Vangelo nei social network. Le reti sociali, scrive, non sono mondi paralleli e possono essere strumento di evangelizzazione e fattore di sviluppo umano. Il servizio di Alessandro Gisotti:

I social network sono alimentati “da aspirazioni radicate nel cuore dell’uomo”. Benedetto XVI parte da questa constatazione per sviluppare il suo pensiero sull’importanza delle reti sociali per i cristiani. Questi spazi, osserva, “quando sono valorizzati bene e con equilibrio”, “possono rafforzare i legami di unità tra le persone e promuovere efficacemente l’armonia della famiglia umana”. E avverte che le persone che vi partecipano “devono sforzarsi di essere autentiche”, perché in questi spazi “in ultima istanza si comunica se stessi”. Al contempo, annota il Papa, la cultura dei social network pone “sfide impegnative a coloro che vogliono parlare di verità e di valori”. Il Papa non nasconde che a volte, “la voce discreta della ragione può essere sovrastata dal rumore delle eccessive informazioni” e non trova l’attenzione di chi invece si esprime “in maniera più suadente”. Ma proprio per questo, i social media hanno bisogno dell’impegno di tutti coloro che “sono consapevoli del valore del dialogo, del dibattito ragionato”. Anche perché, scrive, “dialogo e dibattito possono fiorire e crescere anche quando si conversa e si prendono sul serio coloro che hanno idee diverse dalle nostre”.
Il Papa rivolge dunque il pensiero proprio all’impegno dei credenti nelle reti sociali. E indica nell’essere inclusivi, la versa sfida dei social network. I credenti, è la riflessione del Papa, “avvertono sempre più” che se il Vangelo non è fatto conoscere “anche nell’ambiente digitale, potrebbe essere assente nell’esperienza di molti per i quali questo spazio esistenziale è importante”. E ribadisce: “L’ambiente digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale”, ma è “parte della realtà quotidiana di molte persone, specialmente dei più giovani”. Il Papa soggiunge che l’uso dei social network è richiesto “non tanto per essere al passo coi tempi, ma proprio per permettere” al Vangelo di “raggiungere le menti e i cuori di tutti”. Evidenzia quindi che l’autenticità dei credenti nelle reti sociali “è messa in evidenza dalla condivisione della sorgente della loro speranza e della loro gioia: la fede”. Una condivisione che deve consistere nella testimonianza del Vangelo, perché è la persona di Gesù Cristo a rispondere alle domande più radicali dell’uomo. Anche nell’ambiente digitale, “dove è facile che si levino voci dai toni troppo accesi e conflittuali” e a volte prevale il sensazionalismo – è il suo monito – “siamo chiamati a un attento discernimento”.
I cristiani sono dunque chiamati a portare nei social network la “luce gentile della fede”, come diceva il Beato Newman. I social network, prosegue, “oltre che strumento di evangelizzazione, possono essere un fattore di sviluppo umano”. E constata che le reti “facilitano la condivisione delle risorse spirituali e liturgiche” e, anzi, possono “anche aprire ad altre dimensioni della fede”. Molte persone, infatti, scoprono on line esperienze di fede, di comunità o anche di pellegrinaggio. E così, rendendo il Vangelo “presente nell’ambiente digitale” si possono invitare le persone a vivere incontri di preghiera e celebrazioni in luoghi concreti, come chiese e cappelle. Il Papa conclude il suo messaggio con un’esortazione ai fedeli affinché non ci sia “mancanza di coerenza o di unità nell’espressione” e testimonianza del Vangelo sia nella realtà fisica che in quella digitale.