Lettera Apostoilica in forma di Motu Proprio: Fides per doctrinam

Con la quale si trasferisce la competenza sulle catechesi dalla Congregazione per il Clero al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione

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motu proprio 02

LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI MOTU PROPRIO

FIDES PER DOCTRINAM

DEL SOMMO PONTEFICE
BENEDETTO PP. XVI

CON LA QUALE SI MODIFICA LA COSTITUZIONE APOSTOLICA PASTOR BONUS
E SI TRASFERISCE LA COMPETENZA SULLA CATECHESI
DALLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO AL PONTIFICIO CONSIGLIO
PER LA PROMOZIONE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

 

La fede ha bisogno di essere sostenuta per mezzo di una dottrina capace di illuminare la mente e il cuore dei credenti. Il particolare momento storico che viviamo, segnato tra l’altro da una drammatica crisi di fede, richiede l’assunzione di una consapevolezza tale da rispondere alle grandi attese che sorgono nel cuore dei credenti per i nuovi interrogativi che interpellano il mondo e la Chiesa. L’intelligenza della fede, quindi, richiede sempre che i suoi contenuti siano espressi con un linguaggio nuovo, capace di presentare la speranza presente nei credenti a quanti ne chiedono ragione (cfr 1 Pt 3,15).

E’ compito particolare della Chiesa mantenere vivo ed efficace l’annuncio di Cristo, anche attraverso l’esposizione della dottrina che deve nutrire la fede nel mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio fatto uomo per noi, morto e risorto per la nostra salvezza. Essa lo deve compiere instancabilmente attraverso forme e strumenti adatti, perché quanti accolgono e credono all’annuncio del Vangelo rinascano a nuova vita mediante il Battesimo.

Nel cinquantesimo anniversario dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, mentre la Chiesa riflette ancora sulla ricchezza d’insegnamento contenuto in quei documenti e trova nuove forme per attuarlo, è possibile verificare il grande cammino compiuto in questi decenni nell’ambito della catechesi, cammino però che non è stato esente, negli anni del dopo Concilio, da errori anche gravi nel metodo e nei contenuti, che hanno spinto ad una approfondita riflessione e condotto così all’elaborazione di alcuni Documenti postconciliari che rappresentano la nuova ricchezza nel campo della Catechesi.

Il Venerabile Servo di Dio Paolo VI ebbe a scrivere, nell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi: «Una via da non trascurare nella evangelizzazione è quella dell'insegnamento catechetico. L'intelligenza, soprattutto quella dei fanciulli e degli adolescenti, ha bisogno di apprendere, mediante un insegnamento religioso sistematico, i dati fondamentali, il contenuto vivo della verità che Dio ha voluto trasmetterci e che la Chiesa ha cercato di esprimere in maniera sempre più ricca, nel corso della sua lunga storia» (n. 44: AAS 68 [1976], 34).

Alla stessa stregua, il beato Giovanni Paolo II, a conclusione del Sinodo dei Vescovi dedicato alla Catechesi scrisse: «Lo scopo della Catechesi, nel quadro generale dell’evangelizzazione, è di essere la fase dell’insegnamento e della maturazione, cioè il tempo in cui il cristiano, avendo accettato mediante la fede la persona di Gesù Cristo come il solo Signore e avendogli dato un’adesione globale mediante una sincera conversione del cuore, si sforza di conoscere meglio questo Gesù, al quale si è abbandonato» (Esort. ap. Catechesi tradendae, 20: AAS 71 [1979], 1294).

Per celebrare il ventesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II, il beato mio Predecessore convocò un altro Sinodo dei Vescovi e, in quella sede, i Padri Sinodali espressero il vivo desiderio che si procedesse alla stesura di un Catechismo per offrire alla Chiesa universale una sintesi sistematica della dottrina e della morale secondo il dettato conciliare. Con la Costituzione apostolica Fidei depositum, dell’11 ottobre 1992, il beato Giovanni Paolo II promulgava il Catechismo della Chiesa Cattolica e, con Motu Proprio del 28 giugno 2005, io stesso ho approvato e promulgato il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica.

Non si possono dimenticare altre tappe significative per precisare la natura, i metodi e le finalità della Catechesi nel processo dell’evangelizzazione. Nel 1971, la Congregazione per il Clero pubblicò il Direttorio Catechistico Generale con l’intento di compiere una prima sintesi riguardo al cammino compiuto nelle diverse Chiese locali, che, nel frattempo, avevano realizzato un loro proprio percorso catechetico. A seguito della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, la stessa Congregazione per il Clero, nel 1997, emanò il Direttorio Generale per la Catechesi, ribadendo il desiderio della Chiesa che una prima tappa del processo catechistico sia ordinariamente dedicata ad assicurare la conversione (cfr n. 62).

L’insegnamento conciliare e il Magistero successivo, facendosi interpreti della grande tradizione della Chiesa in proposito, hanno legato in maniera sempre più forte la Catechesi al processo di evangelizzazione. La Catechesi, quindi, rappresenta una tappa significativa nella vita quotidiana della Chiesa per annunciare e trasmettere in maniera viva ed efficace la Parola di Dio, così che questa giunga a tutti, e i credenti siano istruiti ed educati in Cristo per costruire il Suo Corpo che è la Chiesa (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 4).

Con la Lettera apostolica, in forma di Motu Proprio, Ubicumque et semper, ho istituito, il 21 settembre 2010, il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che svolge «la propria finalità sia stimolando la riflessione sui temi della nuova evangelizzazione, sia individuando e promuovendo le forme e gli strumenti atti a realizzarla» (art. 1 § 2: AAS 102 [2010], 791). In modo particolare, ho voluto assegnare al nuovo Dicastero il compito di «promuovere l’uso del Catechismo della Chiesa Cattolica, quale formulazione essenziale e completa del contenuto della fede per gli uomini del nostro tempo» (art. 3, 5°: AAS 102 [2010], 792).

Ciò considerato ritengo opportuno che tale Dicastero assuma tra i suoi compiti istituzionali quello di vegliare, per conto del Romano Pontefice, sul rilevante strumento di evangelizzazione che rappresenta per la Chiesa la Catechesi, nonché l’insegnamento catechetico nelle sue diverse manifestazioni, in modo da realizzare un’azione pastorale più organica ed efficace. Questo nuovo Pontificio Consiglio potrà offrire alle Chiese locali e ai Vescovi diocesani un adeguato servizio in questa materia.

Perciò, accogliendo la concorde proposta dei Capi Dicastero interessati, ho deciso di trasferire al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione le competenze che, in materia di Catechesi, la Costituzione apostolica Pastor bonus, del 28 giugno 1988, aveva affidato alla Congregazione per il Clero, con la stessa giurisdizione che finora esercitava la medesima Congregazione in questa materia ed è richiesta dall’ordinamento canonico.

Di conseguenza, alla luce delle considerazioni precedenti, dopo aver esaminato con cura ogni cosa e aver richiesto il parere di persone esperte, stabilisco e decreto quanto segue:

Art. 1

È abrogato l’art. 94 della Costituzione apostolica Pastor bonus, e la competenza che in materia di Catechesi svolgeva finora la Congregazione per il Clero è integralmente trasferita al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.

Art. 2

È ugualmente trasferito al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione il “Consiglio Internazionale per la Catechesi” istituito dal Venerabile Servo di Dio Paolo VI con Lettera del 7 giugno 1973. Di tale Consiglio assume la presidenza il Presidente del Pontificio Consiglio e ne farà parte ex officio il Segretario dello stesso Dicastero.

Art. 3

In base alle competenze conferite con il presente Motu proprio, il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione:

§ 1. cura la promozione della formazione religiosa dei fedeli di ogni età e condizione;

§ 2. ha facoltà di emanare norme opportune perché l’insegnamento della Catechesi sia impartito in modo conveniente secondo la costante tradizione della Chiesa;

§ 3. ha il compito di vigilare perché la formazione catechetica sia condotta correttamente nel rispetto delle metodologie e finalità secondo le indicazioni espresse dal Magistero della Chiesa;

§ 4. concede la prescritta approvazione della Sede Apostolica per i catechismi e gli altri scritti relativi all’istruzione catechetica, con il consenso della Congregazione per la Dottrina della Fede;

§ 5. assiste gli Uffici catechistici in seno alle Conferenze Episcopali, segue le loro iniziative riguardanti la formazione religiosa ed aventi carattere internazionale, ne coordina l’attività ed eventualmente offre loro l’aiuto necessario.

Tutto ciò che ho deliberato con questa Lettera apostolica in forma di Motu Proprio, ordino che sia osservato in tutte le sue parti, nonostante qualsiasi cosa contraria anche se degna di particolare menzione, e stabilisco che venga promulgato mediante la pubblicazione sul quotidiano della Sede Apostolica “L’Osservatore Romano”, entrando in vigore quindici giorni dopo la promulgazione.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 16 gennaio dell’anno 2013, ottavo del Pontificato.

 
BENEDICTUS PP. XVI

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana


Articolo di S.E.R. Mons. Rino Fisichella

in occasione della promulgazione della "Fides per Doctrinam"

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Benedetto XVI nell’Omelia per l’inizio del recente Sinodo ha affermato che la nuova evangelizzazione deve entrare nella pastorale ordinaria in modo da ravvivare in ogni battezzato la consapevolezza di essere portatore del Vangelo. Perché questo avvenga, è necessaria una formazione seria e sistematica che sappia coniugare fede e vita quotidiana. Solo in questa unità, infatti, diventa possibile dare ragione della fede e dei suoi contenuti. A conclusione del Sinodo, con la lungimiranza che lo caratterizza, Benedetto XVI ha annunciato il passaggio di competenze sulla catechesi dalla Congregazione del Clero al Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione. Il Motu proprio che oggi viene presentato, Fides per doctrinam, chiarifica le motivazioni di questa scelta e ne giustifica il passaggio. Non si tratta di una mera questione formale. Quanto si viene a ricomporre, piuttosto, inserisce ancora di più nella concreta azione pastorale che progressivamente Papa Benedetto sta delineando per la Chiesa dei prossimi decenni. Rendere più organico il rapporto tra la catechesi e la nuova evangelizzazione permette, anzitutto, di consolidare il cammino che il concilio Vaticano II ha voluto esprimere in modo innovativo per le diverse tappe della missione della Chiesa nel suo compito di evangelizzare. Nello stesso tempo, offre al progetto della nuova evangelizzazione uno strumento quanto mai qualificato per delineare maggiormente il percorso che è chiamata a intraprendere. Insieme alla professione della fede, alla vita liturgica, e alla testimonianza, la catechesi si presenta come un momento obbligatorio per sostenere la fede e offrirle lo spessore culturale adeguato. Credere non equivale aderire a favole o a miti del passato, ma a saper dare il proprio assenso alla verità della rivelazione che si attua e completa in Gesù Cristo, Figlio di Dio. Per questo la conoscenza dei contenuti di fede è basilare, necessaria e la sua riscoperta urgente per il processo della nuova evangelizzazione.

            Nel corso degli anni, l’insegnamento conciliare ha saputo imprimere nella catechesi un vero impulso innovativo. L’opera di rinnovamento dei testi della catechesi è un dato obiettivo e lo sforzo pastoraleper la formazione dei catechisti riveste ancora, pur tra tante difficoltà, la sua importanza. L’esigenza di trasmettere la fede impegna a fare della catechesi un momento privilegiato della formazione per evitare di incorrere in forme di discontinuità che porrebbero in seria crisi la stessa fede. La pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, di cui celebriamo il ventesimo anniversario, è il segno più evidente di questa consapevolezza che emerge sempre di più nella vita della comunità cristiana. La catechesi non è un momento estraneo né marginale alla pastorale, al contrario. L’esigenza della formazione permanente dei credenti richiede di andare oltre una catechesi limitata alla sola sfera della recezione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. Essere educato nella fede, infatti, è un diritto che ogni credente deve riscoprire per costruire la propria identità e giungere a una conoscenza sempre più profonda del mistero a cui crede. La nuova evangelizzazione si confronta con scenari prima sconosciuti. Essa deve interloquire con un destinatario sempre più immerso in una cultura scientifica e tecnologica. In forza di questo, la preparazione dei cristiani richiede di essere adeguata. Una delle prospettive a cui la nuova evangelizzazione dovrà dedicarsi, pertanto, sarà necessariamente quella di compiere ogni sforzo per far comprendere l’esigenza della catechesi per una coerente vita di fede. L’analfabetismo religioso che si riscontra tra le cause della crisi di fede che vede implicati molti cristiani può essere facilmente superato. Perché questo avvenga, comunque, è necessario che la pastorale investa sulla catechesi e l’istruzione cristiana.“Illuminare la mente e il cuore dei credenti”, come si legge in Fides per doctrinam, è condizione essenziale per rendere i cristiani testimoni fedeli e coraggiosi del Risorto.

S.E.R. Mons. Rino Fisichella
Presidente del Pontificio Consiglio per
la Promozione della Nuova Evangelizzazione


S.E.R. Mons Rino Fisichella Intervento sul Motu Proprio